2 giugno Festa della Repubblica: cronaca della giornata
Grandissimo spettacolo a Roma per la Festa della Repubblica nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Celebrata anche da Google con un doodle speciale, la festa della nostra repubblica ha visto partecipare oltre 80 personalità importantissime di differenti nazioni, con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a fare degnamente gli onori di casa.
La capitale è blindatissima, un presidio senza precedenti: oltre 2500 uomini delle forze di polizia impegnati per la sicurezza della giornata. Tre aree, di cui una definita di massima sicurezza, quella tra il Colosseo e Piazza Venezia. Tiratori scelti sui tetti e unità speciali antiesplosivi, forze cinofile e agenti segreti. Tutto per la sicurezza della bellissima festa a cui hanno preso parte anche i grandi del mondo che, stasera, ceneranno tutti al Colle, ospiti del Presidente Napolitano.
La parata è cominciata con la sfilata di tutte le bandiere italiane che si sono succedute negli anni e si è conclusa con lo spettacolo offerto dalle Frecce Tricolori. Sono arrivati i complimenti anche da Dmitrij Anatol'evi? Medvedev, il Presidente della Federazione Russa, abituato a parate di grande portata nella sua nazione. Hanno sfilato 5700 militari e civili e, dopo la cerimonia, la fanfara dei bersaglieri e i coristi dell'Accademia di Santa Cecilia ha allietato i grandi della terra e gli spettatori rimasti ad attendere dalle sei di questa mattina da tutta Italia.
Le celebrazioni sono cominciate quando Giorgio Napolitano è arrivato sulla tomba del Milite Ignoto per rendere il consueto omaggio. Con il Presidente della Repubblica seguono il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, il presidente del Senato, Renato Schifani, il presidente della Camera, Gianfranco Fini ed il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Parte l'Inno Nazionale composto magistralmente dalla banda dell'Esercito. Alla fine della composizione, tra la commozione dei presenti, Giorgio Napolitano legge: ''Ai militari italiani di ogni grado, specialità e categoria vanno il plauso incondizionato dei cittadini, la riconoscenza delle popolazioni presso le quali ogni giorno essi prestano la propria opera di protezione e di assistenza. Ad essi va egualmente il rispetto dei Paesi alleati che di tale opera hanno imparato ad apprezzare sul campo il valore e l'efficacia''.
Tutto si sposta sul palco d'onore. Arrivano il ministro dell'Interno, Roberto Maroni e seguono Antonio Tajani, il segretario Udc, Lorenzo Cesa e Massimo D'Alema. Poi tocca agli ospiti delle istituzioni internazionali: il presidente Medvedev, come detto, prodigo di complimenti, il vicepresidente Usa, Biden ed il vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi JinPIng. Arriva anche il Re di Spagna, Juan Carlos. Una piccola gaffe per Silvio Berlusconi che tocca un braccio al Re per salutarlo. I Reali, durante le cerimonie, non vanno mai toccati. Giorgio Napolitano si scusa con Juan Carlos, tutto chiarito. Silvio Berlusconi gli si avvicina e gli porge le scuse.
Arrivano anche il presidente austriaco Fisher, il presidente della Repubblica Federale tedesca, Wullf. Presenti anche Peres, presidente d'Israele, Abu Mazen delle Autorità Palestinese ed i rappresentanti di Kosovo ed Afghanistan. Non mancano le proteste: uno striscione con Hitler e Mussoli a piazza del Popolo con su scritto: "L'unica Repubblica che riconosciamo è quella sociale!". La protesta è stata rivendicata dalla Comunità Militante Tiburtina che ha spiegato che l'azione è "contro l'inutile festa della Repubblica".
Senza badare ai nostalgici, con la spettacolare scia tricolore delle nostre Frecce, si legge lo stupore dei grandi del mondo e degli spettatori presenti. E' stato un grande giorno per tutta la nostra Nazione.
Gennaro Marco Duello
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